Dal blog vertenze ambientali…”Le PM10 ed il flop del populismo”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO –  Dopo un anno di continui sforamenti del limite massimo di PM10, ad Avellino arrivarono le “targhe alterne” natalizie, per quattro giorni, dal 14 al 18 dicembre. Mentre nel capoluogo irpino, città di 56 mila abitanti ed una provincia di 400 mila circa, ci si avviava ad affrontare con pacatezza, assenza di visione ma tanto populismo,sforamenti da 2 a 4 volte il limite massimo di legge, a Torino, Milano, Firenze, Roma ci si attivava, e si continua ancora oggi, mettendo in crisi interi sistemi metropolitani, pur di rispondere a sforamenti minori di 1,5 volte il limite dei 50 µg/m3. “Piani di Azione Comunale”, “protocolli di area”, biglietti giornalieri dei bus a prezzi bassissimi, bikesharing gratuito, oltre al sistema di ZTL già attivo, ulteriori limitazioni del traffico, divieti di transito per veicoli oltre i 7,5 metri, limitazioni anche per il riscaldamento domestico, possibili blocchi del traffico anche durante le festività, parcheggi satellite. Avellino, invece, ha risposto con un provvedimento di “targhe alterne” che ha interessato meno del 30% dei veicoli provinciali, varchi “colabrodo”, pubbliche invettive delle solite associazioni “commercianti” e la solita “cazzimma” del cittadino medio. Risultato? L’ennesima replica shakespeariana: “Molto rumore per nulla”. Sempre consultando i dati Arpac (sperando che non vengano a mancare), si scopre che il 14 dicembre siamo partiti con le due centraline cittadine (la terza, quella di Pianodardine, non comunica dal 23 novembre) che sforavano a 202 µg/m3 e 165 µg/m3. Il 15 siamo passati a 146 µg/m3  e 175 µg/m3. Poi, le centraline hanno deciso di non funzionare. Dati “non pervenuti” o “non validabili” il 16 e il 17 dicembre. Il 18 torna in funzione solo la centralina della “Dante Alighieri”, che misurava uno “strepitoso 60 µg/m3, seguito, però da un 137 µg/m3 ed un 107 µg/m3  dei due giorni successivi. A fronte di tale sfacelo, e del finto clamore mediatico degli annunci, continuano diffusamente le amenità del tipo: “è colpa dei cantieri”, “delle scuole aperte”, “della siccità”, “dell’alta pressione”, “mi dispiace per i commercianti”. Si continua, in breve, con approcci populisti, a depistare le responsabilità, invece, quando mai oggettive. Le PM10, non sono l’Isochimica, la “Terra dei fuochi”, le antenne di “Radiomaria”, Chernobyil o qualsiasi altro accidente per il quale sia possibile indicare il cattivo di turno. L’inquinamento da PM10, è il risultato della diffusa sottocultura del presunto benessere ed il carico di morte che ne deriva, non può essere trascurato solo perché diluito nel tempo e nello spazio.
Le PM10 sono un dato antropologico che segna il livello di civiltà di una comunità, di capacità di una classe dirigente, di intelligenza degli individui. Il colpevole da additare, quindi, è ognuno di noi, nel momento in cui antepone l’abitudine al cambiamento. Ad Avellino serve di più, decisamente di più di una guerra finta, combattuta con colabrodi per elmetto.
 
 
FONTE: http://vertenzeambientali.tumblr.com/post/135702817089/le-pm10-ed-il-flop-del-populismo?soc_src=mail&soc_trk=ma