Le leggi razziali e una saga familiare tra Napoli e Sorrento il 1 luglio a Conca dei Marini

Si torna a Conca dei Marini con i libri in concorso per il Premio “costadamalfilibri” all’8a edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo.
Martedì 1 luglio, Sagrato della Chiesa di San Pancrazio, ore 20.30, Franco Bruno Vitolo, giornalista e critico letterario, racconterà, con gli autori, “Di pura razza italiana” di Mario Avagliano e Marco Palmieri, edito da Baldini & Castoldi, e “La poltrona di seta rossa” di Letizia Vicidomini, pubblicato da Homo Scrivens.
Alla fine degli anni Trenta, con la conquista dell’Etiopia e la proclamazione dell’Impero, l’Italia fascista sente il bisogno di affiancare alla nuova coscienza imperiale degli italiani, anche una coscienza razziale. Ben presto dal «razzismo africano» si passerà all’antisemitismo, e nel 1938 in pochi mesi si arriverà alle fatidiche leggi razziali che equivalsero alla «morte civile» per gli ebrei, banditi da scuole, luoghi di lavoro, esercito, ed espropriati delle loro attività. La bella gioventù dell’epoca (universitari, giornalisti e professionisti in erba) rappresentò l’avanguardia del razzismo fascista. Molti di loro avrebbero costituito l’ossatura della classe dirigente della Repubblica, ma quasi tutti in quel quinquennio furono contagiati dal virus antisemita. Ecco perché per circa sessant’anni c’è stata una sorta di autoassoluzione nazionale che gli storici non hanno pienamente rivisto. Per restituirci un’immagine più veritiera dell’atteggiamento della popolazione di fronte alla persecuzione dei connazionali ebrei, i giornalisti e storici Mario Avagliano e Marco Palmieri in “Di pura razza ariana” hanno scandagliato un’enorme mole di fonti, dal 1938 al 1943, per raccontarci un «altro Paese», fatto di persecutori (i funzionari di Stato), di agit-prop (i giornalisti e gli intellettuali che prestarono le loro firme), di delatori (per convinzione o convenienza), di spettatori (gli indifferenti) e di semplici sciacalli che approfittarono delle leggi per appropriarsi dei beni e le aziende degli ebrei. Rari i casi di opposizione e di solidarietà, perlopiù confinati nella sfera privata.
Storie individuali e vicende nazionali si intrecciano nell’appassionata narrazione de “La poltrona di seta rossa” di Letizia Vicidomini, scrittrice e speaker radiofonica, che coinvolge generazioni di anime e personaggi a partire dalla capostipite, la centenaria Ernestina. Dalla scuola per signorine nel cuore di Napoli, dove si consuma la prima esperienza d’amore, all’inserimento difficile nella casa dei suoceri, a Sorrento, il romanzo viaggia attraverso ritratti di figli, nuore, cognate e nipoti, che hanno vissuto la recente storia italiana: la guerra, con la sua scia di morti, le Quattro Giornate, la ripresa del mondo del lavoro, finalmente aperto anche alle donne.
Serata sottolineata dalle voci, dal piano e dal sax dei fratelli Gianni e Daniele Fusco.