Sabato 3 maggio alle ore 17,30, il circolo Arci Bandiera Bianca di Contursi Terme, ospiterà la presentazione del film documentario “Il futuro è troppo grande”

CONTURSI TERME – Sabato 3 maggio alle ore 17,30, il circolo Arci Bandiera Bianca di Contursi Terme (SA) ospiterà la presentazione del film documentario «Il futuro è troppo grande».
Il film, realizzato da Giusy Buccheri e Michele Citoni, col patrocinio del Ministero per l’Integrazione, l’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, OIM-Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e l’Ambasciata della Repubblica delle Filippine, dopo la prima al Cinema Aquila di Roma e un’anteprima alla Sala delle Colonne di Palazzo Marini presso la Camera dei Deputati, sarà proiettato per la prima volta al Sud in un’anteprima, volutamente in provincia, dal grande impatto simbolico.
La proiezione s’inserisce nel ricco calendario di eventi che stanno animando la piccola rivoluzione culturale portata avanti nella Valle del Sele dall’associazione Bandiera Bianca.
Bandiera Bianca è un’associazione culturale nata nel marzo del 2012 (e affiliatasi all’ARCI nel febbraio del 2014), fondata da ragazzi ritornati nel proprio paese. In questo breve lasso di tempo è già riuscita a lasciare un segno forte nella vita della Valle, un’impronta riconoscibile per il linguaggio innovativo e fuori dal coro delle sue attività.
Tutt’altro che il simbolo di una resa.
Dal festivalIntercettazioni” (che ritornerà ad agosto con la terza edizione) agli spettacoli teatrali, dai concerti alle mostre e alle installazioni artistiche, dai concorsi alle pubblicazioni, dai laboratori ai corsi, dai seminari alle presentazioni di libri e film, dai mercatini agli eventi di beneficenza, dai workshop ai cineforum, passando per il ruolo di centro propulsore e coordinativo nella lotta contro l’insediamento dell’inceneritore a Oliveto Citra, prima, e contro lo sversamento del percolato nei depuratori delle zone industriali, poi: Bandiera Bianca ha rappresentato e continua a rappresentare un forte e incessante movimento che risponde all’esigenza di riscoprire e riconoscere la cultura e la socialità come bisogno primario di sopravvivenza.
«Il futuro è troppo grande» nasce da una riflessione sulle seconde generazioni dell’immigrazione in Italia, attraverso un percorso portato avanti per più di due anni dai registi e ricercatori che ne firmano la regia. Al centro del film lo studio e il lavoro, la famiglia e l’amore, le aspettative nell’Italia di oggi attraverso l’autoracconto di due giovani di seconda generazione: Re e Zhaxing.
Re Salvador è nato a Roma in una famiglia filippina, vive con i genitori e la sorella, è fidanzato, frequenta l’università e lavora, spera di trovare nell’arte la propria realizzazione. Zhanxing Xu è nata in Cina ed è arrivata in Italia all’età di dieci anni raggiungendo i genitori che si erano già trasferiti, si è laureata, vive sola, è in cerca di una chiara definizione di sé e proverà a trovarla viaggiando lontano verso le proprie origini. Entrambi giovani, stanno diventando adulti immaginando di far coincidere il futuro con i propri sogni nella comunità, quella italiana, in cui sono nati.
 
«Il nostro lavoro – scrivono Giusy Buccheri e Michele Citoni – intende tuttavia spingersi oltre la dimensione del dibattito giuridico e politico su cittadinanza e “ius soli”, per affrontare la sfida creativa di raccontare storie di vita. La narrazione trae particolare ricchezza dall’intreccio tra il nostro sguardo di autori e i contributi autonarrativi realizzati dai protagonisti, che con telecamerine amatoriali ci hanno regalato immagini e pensieri. Le esperienze di giovani di seconda generazione come Re e Zhanxing, per certi versi “normali”, sono per altri versi storie “nuove” che continuamente arricchiscono e mutano il significato dell’essere italiani. Avvicinarsi ad alcune di esse rende possibile comprendere meglio il paese in cui viviamo cogliendone la complessità evolutiva: esso non “ospita” degli altri, ma è già altro, e diventa qualcos’altro continuamente.»
 
La proiezione di questo esperimento narrativo per la prima volta in una regione del Sud dell’Italia, territorio già raccontato in precedenti produzioni dai due registi – che saranno presenti entrambi alla presentazione di Contursi Terme – con corde e temi differenti e pieno di contraddizioni e difficoltà per chi qui vuole mettere in pratica i propri sogni, è il tentativo e la necessità di porre al centro dell’attenzione delle comunità della Valle del Sele la voglia e il desiderio di realizzarsi e raccontarsi delle nuove generazioni che, per un motivo o per l’altro, in provincia o altrove, sentono il peso del proprio futuro.