Renzo Arbore in visita al Conservatorio “Cimarosa”

AVELLINO – Una sorpresa gradita quella della visita di Renzo Arbore al Conservatorio Cimarosa di Avellino. Il conduttore più famoso di Radio Rai e musicista eclettico, ha voluto incontrare gli studenti dell’Istituto musicale questa mattina, approfittando della sua breve permanenza ad Avellino.
Arbore è rimasto a bocca aperta entrando nell’Auditorium del Conservatorio. “Non sapevo che mi sarei trovato in una sala tanto grande e tanto bella” ha affermato mentre uno scrosciante applauso degli studenti gli dava il benvenuto. Sul palcoscenico, oltre allo showman, il direttore del Conservatorio Carmine Santaniello, il suo vice Antonio Di Palma e il maestro Paolo Termini.
Con gioia Santaniello ha fatto gli onori di casa raccontando come l’Istituto si sia aperto alla modernità tra management e nuove tecnologie e ha lanciato lo spunto all’intervento di Arbore, che ha colto l’occasione per raccontare la sua esperienza, dalla nomina in Rai, in seguito al concorso vinto come ‘Maestro programmatore di musica leggera’ in cui aveva superato la prova scritta e quella orale su temi che andavano dalle bande musicali alle canzoni degli anni ’40 e che, a detta sua, è stato l’ultimo concorso indetto per entrare in Rai, prima che si adottassero altri criteri di accesso.
Arbore ha poi proposto agli studenti una riflessione sullo sviluppo dell’attenzione verso i diversi generi musicali che una volta risentiva di un accentuato snobismo che tracciava separazioni nette tra i tipi di musica. Poi, sollecitato da un quesito posto da una docente, sullo strato della musica leggera oggi, ha tracciato un breve profilo dell’evoluzione della canzone a partire dalla romanza per arrivare alle incisioni su vinile a 78 giri, che hanno decretato la nascita della canzone moderna a causa della necessità di rientrare nei tre minuti e mezzo che era possibile fissare in quel formato di riproduzione. “Le romanze presero così – h raccontato Arbore- forma di canzoni e la loro storia è continuata attraverso artisti come Domenico Modugno, Lucio Battisti, Luigi Tenco, Ivano Fossati, Bruno Lauzi, Francesco De Gregori fino a Cristicchi, tutti musicisti che hanno lasciato piccole opere nei tre minuti di un 78 giri. “Non cavalco lo snobismo nei confronti della canzone – ha quindi dichiarato ma devo ammettere che oggi la canzone italiana è in crisi, non è un momento buono. Ricordo con piacere i giorni in cui insieme ai miei colleghi della Rai abbiamo fatto trasmissioni, a cui partecipavano anche musicisti classici, per far conoscere le fondamenta della musica italiana, ma allora il pop era pieno di artisti non completamente assorbiti dall’aspetto commerciale, come oggi avviene. Sinceramente oggi non saprei dove attingere per dar vita a trasmissioni del genere. Tanto è vero che ancora oggi i grandi nomi sono quelli del passato. Non inviterei Lady Gaga, che non porta avanti la storia della musica. E, per fare un riferimento filosofico, mi affido a Giambattista Vico e ai suoi corsi e ricorsi storici, sperando che questo sia solo un periodo di stanca”. Alla domanda rivoltagli dal vicedirettore Di Palma “Lei si definirebbe un rivoluzionario in campo musicale?” Arbore ha risposto “Con la trasmissione Bandiera Gialla abbiamo rivoluzionato a suo tempo il mondo degli ascolti musicali, perché allora c’era solo Radio Rai. Sconvolgemmo le case discografiche  italiane, che già non riuscivano a smaltire i loro dischi, proponendo la musica internazionale e allargando le conoscenze musicali degli italiani. Poi, sono stato uno dei primi deejay qui in Italia e ancora oggisono presidente dell’Associazione Italiana DJ. Ma continuo questa rivoluzione perché, pur non potendo fare il ‘finto giovane’ col rischio di diventare ridicolo, vado a riscoprire generi musicali che rischiano di essere cancellati anche dalla nostra memoria”.
A proposito del suo impegno anche nel cinema, Arbore ha poi annunciato di avere in cantiere un lavoro per ricordare la figura di Massimo Troisi, al quale prima della sua prematura scomparsa, avvenuta vent’anni fa,  aveva chiesto di collaborare a un progetto discografico con l’interpretazione di alcune canzoni napoletane care all’attore.
Durante l’incontro con gli studenti del Conservatorio Renzo Arbore ha molto parlato della canzone napoletana che ritiene abbia le melodie più belle di ogni altra, lasciandosi avvicinare solo da quella messicana, anche nella sua accezione più triste. E, ancora a proposito di rivoluzione, ha voluto citare il grande contributo dato da Roberto Murolo all’interpretazione della canzone napoletana, che fino ad allora era cantata “a fronna ‘e limone” . Ha però tenuto a chiarire “La musica neomelodica, invece, non mi piace affatto!”
Infine Renzo Arbore ha fatto un accorato appello a che al Conservatorio si studi anche la canzone italiana, ricca di quei contenuti poetici che fanno la storia della musica e ha appreso con piacere che ad Avellino si studia anche Jazz e Musica elettronica e che l’istituto, specializzato in Nuove Tecnologie Musicali, è scelto come sede del Premio Nazionale delle Arti e Nuove Tecnologie dal Ministero dell’Istruzione.
Ad Arbore è stato donato in ricordo di questa gradita visita il CD “Napoli. La Piedigrotta” prodotto dalla Cimarosa Records, frutto di ricerche e studi sul periodo più fiorente della canzone napoletana, poi gli è stata consegnata una targa.
Salutando tutti gli studenti e i docenti presenti ha augurato “Lunga vita al Conservatorio!”